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La Salvezza - L'errore

Avevo una preparazione precoce. Su l'architettura dell'errore per intero. Ad appena nove anni, leggere le pagine di Henry Miller non mi era sufficiente a consumare il desiderio di indagare una ragione introversa, inesplicabile, che tentava l'uomo alla caduta. Mi seduceva la caduta, l'errore, l'abiezione. Non ero capace di distinguere il bene dal male, solo un gran senso di colpa a preferire la disamina del secondo, che probabilmente non era esattamente il male, piuttosto la declinazione della fragilità, della debolezza, in cui dimorava l'Eterno. Leggere il diario di Christiane Felscherinow superava lo sgomento al cospetto letterario di un boudoir parigino, gli apprendistati nauseanti in un lupanare, rivelati da Anais Nin. La carne bianca e marcia di una meretrice di un bordello al faubourg Saint Germain, demi mondaine estatiche in mostra al Saint Honoré.

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